Mostrando las entradas con la etiqueta Donne da macello. Mostrar todas las entradas
Mostrando las entradas con la etiqueta Donne da macello. Mostrar todas las entradas
domingo, abril 09, 2023
martes, junio 28, 2022
“INTIME DISTOPIE” – ANNA RITA MERICO SU “DONNE DA MACELLO” DI FERNANDA GARCÍA LAO
(Fragmentos del ensayo de Anna Rita Merico)
Iperrealismo iniziale. La narrazione apre il proprio sipario sulla macelleria in cui il protagonista ha trascorso infanzia e adolescenza. Immagini in bilico tra tele di Francis Bacon e interni da squarci di cucina nella pittura fiamminga. La ripetizione ossessiva che lì aveva a che fare con la sottolineatura della ricchezza accumulata, qui ha a che fare con il vuoto nullificante dell’ossessione. La notte è il primo attacco di tempo. Notte e, subito, alba. Un baratto: io affilo coltelli e tu mi paghi corso. Legame zero. Solo movimenti rapidi, reiterati. Odore di ferro. Quel particolare odore che ha a che fare con i tagli sanguinolenti, con il rancido e con la morte. Tagliare, disinfettare, pulire, fuggire. Tagliaredisinfettarepulirefuggire mentre l’uccello che sveglia l’alba si dissolve.
Il corpo si presenta subito irretito tra ripetizione e indifferenza. La scena cambia. La narrazione procede a salti. Il cambio è repentino quasi che l’ambientazione nella macelleria paterna fosse solo uno sprazzo randagio di memoria. La dimensione della narrazione diviene narrazione di dentro. La città di Rawson è apocalittica, custodisce corpi tranciati e lucide descrizioni di come le donne vengono sempre più immesse e connesse al progetto della Giunta al governo. Unici testimoni un uomo e una bambina che irrompono intorno e dentro ad un autobus, per due volte, due trasparenze che vanno.
Selezione, analisi, test, esame, vaccino. Tutto incalzante in un assoluto immobilismo, il gigante ha i piedi nel fango. Moloch che si nutre di corpi, di pezzi, di inganni del tempo, di menzogna. Ciò che si svela è un interno battuto dai venti della perdita di sé. La mistura di corpi e linguaggio tiene il protagonista nel dentro-fuori: un occhio per guardare quanto gli accade intorno, un occhio per registrare i propri movimenti alla macchina da scrivere al fine di registrare, catalogare formulari, redarre, riportare, tenere dentro al protocollo, elaborare, archiviare.
Corpi sfatti e disfatti, putrescenze inspiegabili. La distopia, nella trama, è una psicosi dell’anima, una psicosi che inchioda l’occhio al dentro in maniera irrimediabile. Tutto scorre e mi avvicino al momento in cui le selezionate raggiungeranno gli eroi con cui mettere al mondo la purezza della perfezione. Jacinto, lascia essudare uno scorcio di pensiero critico rispetto alla situazione gommosa in cui si trova. Non riesco a staccarmi dalla lettura, incalzante, scrittura asciutta oltre ogni dire, ritmo da tamburo. Una trama che si apre a ventaglio. Mi affascina una scrittura ispida, angolosa, precisa come taglio di bisturi eppure mai avvitata su se stessa, mai torbida pur rostrando scenari torbidi.
Quale il tema dell’Origine di una scrittrice in America Latina? Nel fondo fondo di ogni sostrato cosa farne di un’Europa, terra madre, che ha macellato cultura del/nel continente americano? Dal punto di vista dei periodi storici, questa è storia recente, quanto continua a lavorare questa Storia se pur in aspetti apparentemente rimossi? Letteratura internazionale, dunque, come necessità di inforcare occhiali che ci indichino dinamiche di fondazione di una scrittura letteraria. Se ciò non avviene rischiamo di restare in un mentalismo fatto di paragoni con altri autrici/ori o con etichette che fuorviano comprensioni. Un grande cambiamento ha a che fare, sempre, con il ripatteggiamento del tema della maternità ossia dell’elaborazione dell’origine. Di ciò il testo ci dice.
Il viaggio di Jacinto è viaggio di uscita dall’utero, è viaggio di ricerca della forma umana al di là di ogni Storia obiettivamente data. Ogni pagina di Storia riguardante la guerra o una dittatura, a qualsiasi latitudine avvenga, mette in scena il disprezzo per l’umanità, agita la sevizia dei corpi e delle volontà. Ogni pagina di storia in cui parla la dittatura, dice sempre di una regressione dell’umanità, di un disprezzo dell’alterità.
In questa narrazione è presente tutto il tema della maternità, del corpo femminile: luogo della prima alterità e della prima radice di umanizzazione. Tra le righe è narrato tutto l’odio covato nel progetto vendicativo con cui inseminare la Vita. Di tanto in tanto compaiono sentimenti quali la paura, l’attesa ma, nulla di talmente forte da riportare i personaggi alla memoria del proprio essere umani. Spreco di sperma, disvalore della procreazione. Regressione allo stato precedente la stessa umanità, lì dove il vivente pulsa ma senza forma. È la parte separata e oscura che attraversa l’umanità, oggi. Fernanda ci chiede di vederla. Fernanda ci chiede di riconoscerla.
Ciò che resta in sottofondo in Donne da macello, è – dunque- la Storia, sia la storia legata agli anni del regime, delle sparizioni, del valore zero dato ai corpi dei dissidenti, sia la storia che ha dato la stura alla nascita degli Stati nel continente americano. Le vicende storiche accadute in Argentina sono quelle che vengono lasciate “nella stanza accanto”, alitano tra le pagine del testo, non chiaramente nominate. Ciò che l’Autrice ci mostra non è la mera vicenda che un libro di storia può narrare, documentare con fonti, qui è la storia del grado zero cui si giunge in una situazione limite che va perpetrandosi nel tempo. Cosa scardina un regime nell’animo umano, nel fondo dei fondi della psiche?
fatto impazzire la “normalità” in situazione estrema quale quella della dittatura in Argentina e la resa del suo testo mi dice di una piega colma di riflessioni su uno status di attacco che, prima ancora di essere volto al nemico è volto alla propria umanità. Passaggio apparentemente difficile da comprendere. Passaggio su cui occorre ancora tanta riflessione per dire… Fernanda Garcia Lao si è assunta parola che intaglia i movimenti della distruttività e dell’auto distruttività. Lo ha fatto con maestrìa e, soprattutto, lo ha fatto ricordandoci il pertugio d’uscita.
“Questo progetto fallito mi sta trasformando in meglio. Il cinismo e l’ipocrisia della Giunta sembrano racconti della preistoria. Lontano dalla vita pubblica mi sento imprevedibile. Sembro quasi una persona.”6
Grazie Fernanda per questo passaggio letterario non semplice, né scontato; passaggio di un’attualità cocente, cruna d’ago che ci interroga chiedendoci di posizionarci al di là d’ogni morale perché ciò che è umano, troppo umano, affonda lì la propria radice.
miércoles, septiembre 16, 2020
miércoles, abril 22, 2020
Donne da macello, di García Lao
24 aprile 2020 | "uno dei segreti meglio custoditi della letteratura latinoamericana"
“Donne da macello”, di Fernanda García Lao
(Musicaos Editore, Vela Latina, 2)

A Rawson, città sperduta nel sud dell’Argentina, si insedia la nuova Giunta di governo che sostituisce i comandanti militari morti nelle isole M, a causa di una sindrome misteriosa contratta durante le celebrazioni per la conquista delle tanto agognate isole. Jacinto, un grigio impiegato statale, partecipa a un folle progetto di cui non coglie subito tutti gli aspetti. Si tratta di selezionare alcune donne da inviare nelle isole M, dov’è rimasto segregato un manipolo di soldati sopravvissuti alla malattia letale e contagiosa che ha decapitato lo Stato maggiore. Le donne vengono scelte per soddisfare gli appetiti sessuali dei soldati, che dovranno renderle gravide per dare vita ai figli della patria, i primi bambini nati nelle isole riconquistate. La famiglia di Jacinto è composta dal fratello Leopoldo, facente parte della Giunta e ideatore del piano, dalla madre psicologa, che predilige il fratello a Jacinto, dal padre, macellaio, il cui carattere stride con quello del figlio vegetariano, suo bersaglio prediletto. Su questi elementi si fonda una narrazione piena di eventi imprevedibili, con una scrittura densa, fluida, implacabile.
Fernanda García Lao (Mendoza, Argentina, 1966), vissuta in Spagna tra tra il 1976 è il 1993. Scrittrice, drammaturga e poeta. Ha studiato recitazione, drammaturgia, musica, danza e giornalismo, in Spagna e in Argentina. Da notare i suoi romanzi “Muerta de hambre” (Primo Premio del Fondo Nacional de las Artes, 2004), “La perfecta otra cosa”, (terzo premio Cortázar), “Vagabundas” (finalista Premio Sur de Novela), “Fuera de la jaula” e “Donne da macello” (Nación vacuna, 2017). Ha pubblicato due libri di racconti, “Cómo usar un cuchillo” e “El tormento más puro”, ben accolti dalla critica argentina. Come poeta ha pubblicato “Carnívora y Dolorosa”, per le edizioni della Universidad de La Plata. Insieme a Guillermo Saccomanno ha pubblicato il romanzo erotico-epistolare “Amor invertido” e la raccolta di narrazioni brevi “Los que vienen de la noche”. È stata invitata a Fiere internazionali di Letteratura in diversi Paesi dell’America latina e d’Europa. Suoi testi sono stati tradotti in francese, portoghese, inglese, svedese e greco per riviste digitali e cartacee. I suoi libri sono pubblicati in Francia, Spagna, Messico, Perú, Bolivia, Costa Rica e altrove. Alla Fiera Internazionale del Libro di Guadalajara (Messico) del 2011 è stata celebrata come "uno dei segreti meglio custoditi della letteratura latinoamericana”.
“Donne da macello”, di Fernanda García Lao
(Musicaos Editore, Vela Latina, 2)
a cura di Diego Símini
formato 12,7x20,3 cm, pagine 172, prezzo euro 15, isbn 9788894966763, ebook 9788894966787
photo © Ale Meter
“Donne da macello”, di Fernanda García Lao
(Musicaos Editore, Vela Latina, 2)

A Rawson, città sperduta nel sud dell’Argentina, si insedia la nuova Giunta di governo che sostituisce i comandanti militari morti nelle isole M, a causa di una sindrome misteriosa contratta durante le celebrazioni per la conquista delle tanto agognate isole. Jacinto, un grigio impiegato statale, partecipa a un folle progetto di cui non coglie subito tutti gli aspetti. Si tratta di selezionare alcune donne da inviare nelle isole M, dov’è rimasto segregato un manipolo di soldati sopravvissuti alla malattia letale e contagiosa che ha decapitato lo Stato maggiore. Le donne vengono scelte per soddisfare gli appetiti sessuali dei soldati, che dovranno renderle gravide per dare vita ai figli della patria, i primi bambini nati nelle isole riconquistate. La famiglia di Jacinto è composta dal fratello Leopoldo, facente parte della Giunta e ideatore del piano, dalla madre psicologa, che predilige il fratello a Jacinto, dal padre, macellaio, il cui carattere stride con quello del figlio vegetariano, suo bersaglio prediletto. Su questi elementi si fonda una narrazione piena di eventi imprevedibili, con una scrittura densa, fluida, implacabile.
Fernanda García Lao (Mendoza, Argentina, 1966), vissuta in Spagna tra tra il 1976 è il 1993. Scrittrice, drammaturga e poeta. Ha studiato recitazione, drammaturgia, musica, danza e giornalismo, in Spagna e in Argentina. Da notare i suoi romanzi “Muerta de hambre” (Primo Premio del Fondo Nacional de las Artes, 2004), “La perfecta otra cosa”, (terzo premio Cortázar), “Vagabundas” (finalista Premio Sur de Novela), “Fuera de la jaula” e “Donne da macello” (Nación vacuna, 2017). Ha pubblicato due libri di racconti, “Cómo usar un cuchillo” e “El tormento más puro”, ben accolti dalla critica argentina. Come poeta ha pubblicato “Carnívora y Dolorosa”, per le edizioni della Universidad de La Plata. Insieme a Guillermo Saccomanno ha pubblicato il romanzo erotico-epistolare “Amor invertido” e la raccolta di narrazioni brevi “Los que vienen de la noche”. È stata invitata a Fiere internazionali di Letteratura in diversi Paesi dell’America latina e d’Europa. Suoi testi sono stati tradotti in francese, portoghese, inglese, svedese e greco per riviste digitali e cartacee. I suoi libri sono pubblicati in Francia, Spagna, Messico, Perú, Bolivia, Costa Rica e altrove. Alla Fiera Internazionale del Libro di Guadalajara (Messico) del 2011 è stata celebrata come "uno dei segreti meglio custoditi della letteratura latinoamericana”.
“Donne da macello”, di Fernanda García Lao
(Musicaos Editore, Vela Latina, 2)
a cura di Diego Símini
formato 12,7x20,3 cm, pagine 172, prezzo euro 15, isbn 9788894966763, ebook 9788894966787
photo © Ale Meter
Suscribirse a:
Entradas (Atom)
Taller en Billar de Letras: Inventario (im)personal
CURSO DE NARRATIVA INTERNACIONAL Comienza con: Fernanda García Lao (Argentina) Inventario (im)personal: Narrar desde los objetos. Memori...

-
La realidad demanda improvisar, hay que moverse. Yo, que nada sé, celebro el evento con alegría, por imprevisto. Me veo sonreír, con una val...
-
Una piedra dos casas tres ruinas cuatro sepultureros un jardín flores un mapache una docena de ostras un limón un pan un rayo de s...
-
Analizamos la literatura de esta autora mendocina, radicada durante mucho tiempo en España, y que ha escrito cuentos, novelas y poemas. Por...